Nuova copertina per Il Gusto del Delitto

Sarà disponibile a breve, assieme a una vera e propria “ondata” di ristampe, la nuova edizione de “Il Gusto del Delitto”. Gli interni sono rimasti esattamente gli stessi, fatta eccezione per poche piccole correzioni. Ma per festeggiare i 10 anni del gioco abbiamo deciso di fare una nuova illustrazione di copertina.

Perché una nuova illustrazione?

È il decennale del gioco, e sembrava giusto festeggiare. Inoltre la vecchia illustrazione era abbastanza lontana dallo stile “giallo Mondadori” a cui l’intera grafica del gioco rende esplicitamente omaggio. Quindi, dovendo fare una ristampa, si è presa la palla al balzo.

Come si crea una nuova illustrazione?

Si comincia con “l’art direction”, che è un modo chic di dire “le indicazioni date alla disegnatrice”. In questo caso parliamo della bravissima Michela Da Sacco (Facebook, Instagram), con cui ho già lavorato in passato e con cui ho un ottimo feeling. Inoltre, bonus, conosce anche il gioco. Non c’è da stupirsi se si tratta di indicazioni molto sintetiche.

Gli elementi devono restare gli stessi: la villa, la famiglia, l’investigatore (che se sapesse più di Poirot non mi dispiacerebbe, soprattutto per i baffi). Un cadavere (se scegli di fare un interno) potrebbe starci, ma non è obbligatorio. Non deve assolutamente sapere di CSI: quindi niente lenti di ingrandimento, niente impronte digitali, niente sagome per terra, etc. La grafica resta ESATTAMENTE la stessa.”

A questo punto l’artista fa una o più proposte (che si chiamano “rough”). Si tratta di illustrazioni appena abbozzate, solo per dare un’idea della composizione e di come potrebbe stare nella grafica.


Ho scelto la proposta con la donna, perché era più armonica e più “drammatica” in quanto permetteva di vedere meglio la vittima in faccia. Proprio per questo ho voluto che si vedesse come era morta: non doveva esserci nessun dubbio che fosse un cadavere (e non una persona svenuta, per esempio). A livello di grafica ho richiesto anche che ci fossero più dettagli che “uscissero” dal cerchio, perché tradizione nelle illustrazioni del giallo Mondadori.


Poi la disegnatrice produce un preliminare molto più definito. Che era bello (ovviamente, trattandosi di Michela). Mancavano alcuni personaggi rispetto al rough, ma questo era sicuramente migliorativo, perché permetteva alle due figure presenti di essere più grandi e incisive. Però avevo un problema con lo sguardo dell’investigatore. Si tratta della figura in primissimo piano: per guardare il cadavere avrebbe dovuto avere la testa girata completamente all’indietro. Per cui era uscito uno sguardo intenso modello “adesso trovo l’indizio risolutivo” che però non mirava nulla in particolare e contemporaneamente sembrava volesse fissare il cadavere senza guardarlo. Si tratta di un “disordine” che rende l’immagine confusa da leggere e per questo meno efficace.


Parlandone con Michela abbiamo concordato che non si può non far vedere la faccia del personaggio principale dell’illustrazione, per cui abbiamo cambiato la posa in modo che l’investigatore riflettesse con aria intesa invece di guardare qualcosa di preciso.

 

E così funziona perfettamente, non trovate?

PS: vi aspettavate che ci fosse tanto lavoro dietro anche solo un’illustrazione?


Il vostro affezionato vicino

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