Come nasce una copertina?
Nello specifico, come è nata quella di Torna da Me?
Deciso che il formato sarebbe stato quello di Fantasmi Assassini, Showdown e S/lay w/ME, parte delle decisioni era già presa. Una foto (a colori) per la carpetta esterna e due disegni bianco e nero per i volumi all’interno.
Normalmente si parte dal logo, ma quando si lavora con i photostock, è meglio prima vedere quali sono le immagini disponibili e poi fare il resto. Nel frattempo, si è scelto il titolo italiano: il gioco originalmente si chiamava “Dead friend” (che era un gioco di parole intraducibile fra “Caro amico” e “Morto amico”) e per un pezzo il progetto ha navigato nel mio disco rigido col titolo provvisorio “Caro amico (morto) ti scrivo…”. Ma devo ringraziare Simone che ha suggerito “Torna da me” sicuramente più evocativo.
E la foto? Dopo alcune ricerche – non senza una mia sorpresa – è risultato evidente che “evocazione” veniva legato come più all’esorcista / the ring che alla negromanzia in senso più stretto e “giocoruolistico”. Quindi c’era il pienone di fantasmi in vestaglia (specie con ragazze davvero arrabbiate), alcune immagini con un taglio troppo fantasy, qualcosina con demoni e poco altro.
Poi ho avuto la fortuna di imbattermi nella serie di scatti con la ragazza ed il fantasma, che poi abbiamo usato. Perfetti. Evocativi ma abbastanza “neutri”: potrebbero essere collocati in un’enormità di ambientazioni / epoche senza problemi. Scelte le foto, fare la grafica gialla e molto semplice è stata una logica conseguenza.
Due curiosità:
La mia prima scelta, fatta a pelle, non sarebbe stata l’immagine che ora vedete in copertina, ma una con le due ragazze abbracciate. Il fantasma, in particolare, aveva un’espressione più centrata ed inquietante … una cosa tipo “è mia!”. Parlandone con l’autore, abbiamo deciso che era davvero troppo allusiva: non avrebbe per certo danneggiato le vendite, ma è importante che la copertina sia onesta e questa avrebbe lasciato intendere contenuti che io gioco non ha “di suo”. Cioè: i giocatori possono scegliere di raccontare la storia di due amanti, ma è – appunto – solo una delle possibilità: il gioco è molto più vario.
La modella del fantasma, nell’immagine in quarta di copertina era pitturata di marrone / oro. Ma su richiesta dell’autore abbiamo virato i colori in blu (tanto che adesso sembra un Na’vi), per evitare che ci fosse anche solo il vago sospetto di una blackface…