Ribbon Drive

Ribbon Drive è un gioco sui viaggi in auto, la musica e la scoperta di sé stessi. Sul saper lasciarsi andare.
Dove sto andando?
Non lo so di preciso. Da qualche parte. E voglio che tu faccia questo viaggio con me.
La mia meta è come l’orizzonte: sempre in vista e sempre al di là della nostra portata. Un misto di mito e realtà. Sono diretto verso un luogo magico che è sia familiare che capace della fugace emozione delle prime volte.
È incastrato tra una musicassetta, una leva del cambio e una chiacchiera leggera tra amici…

Ispirazioni

Ribbon Drive è un gioco ispirato a film come Wristcutters – Una storia d’amore (Wristcutters – A Love Story, 2007), Fandango (1985), Ogni cosa è illuminata (Everything Is Illuminated, 2005), Little Miss Sunshine (2006) e Thelma & Louise (1991). L’idea alla base del gioco è che il punto del viaggio sia il viaggio stesso e non la meta. Che siano le cose che hai imparato mentre tentavi di raggiungere il tuo obiettivo, non il fatto di poter dire “sono arrivato”.

Mix Tape?

I mix tape sono stati le playlist degli anni ’80. Per giocare a Ribbon Drive dovete presentavi al tavolo con una playlist da una quarantina di minuti, un modo per riprodurla e i testi delle prime due canzoni. Creazione dei personaggi, eventi e più in generale il “mood” dell’intera partita saranno influenzati e in qualche modo definiti dalla colonna sonora che accompagnerà il viaggio.

Chi è il protagonista?

È una cosa che verrà stabilita all’interno del gioco dalle regole e dalle interazioni fra i personaggi. E sostanzialmente sarà il personaggio che per primo arriverà a capire il punto del gioco e a lasciarsi condurre dalla strada invece di combattere perché la strada lo porti verso una qualche futuro (più o meno desiderabile). Ribbon Drive è stato creato per one-shot e ha poche e semplici regole. E ha la potenzialità di creare storie memorabili e ragguardevolmente intense.

Il parere di Michele

Mentre scrivevo per la presentazione del gioco, ho corretto più volte questa frase “Ribbon Drive è stato creato per one-shot e ha poche e semplici regole. E ha la potenzialità di creare storie memorabili e ragguardevolmente intense.” sul colpo mi era venuto da scrivere “Ma ha la potenzialità…” come se volume delle regole e spessore della storia fossero direttamente proporzionali. Mi direte che è colpa mia che gioco da tanto (troppo?) tempo, ma secondo me in qualche modo è un imprinting che nell’ambiente è rimasto. Non potrebbe esserci nulla di più falso, e Ribbon Drive ne è la dimostrata dimostrazione.
Mentre leggevo le regole per la prima volta credevo che le playlist si sarebbero rivelate un “trick” per creare attenzione sul gioco, e invece ne sono letteralmente il motore. Un’autrice per cui già nutrivo un’enorme stima ha trovato il modo di stupirmi ancora.
Nel gioco c’è anche una chiara vena di nostalgia per i periodi in cui il viaggio era più una “avventura”. Quando per telefonare era necessario trovare una cabina telefonica. Quando non c’era Google Maps e per le strade ci si perdeva. E ve lo dice una persona che, più o meno per gli stessi motivi del gioco, preferisce nettamente (quando possibile) il viaggio in auto all’aereo.
Per quanto non smetterò mai di ringraziare chi ha inventato i navigatori satellitari, ho un ricordo molto più vivido di un viaggio Forlì – Francoforte fatto a botte di mappe cartacee, di indicazioni in improbabili bar sulle Alpi austriche, di giri a vuoto e della tragica scoperta che a Francoforte ci sono due vie Beethoven (il che portato a ripetute e massicce convocazioni di santi dal calendario) piuttosto che altre tratte sulla carta più “avventurose” dove Google Maps ha permesso una navigazione nettamente più tranquilla.
Insomma, prendete il gioco e lasciate che la strada vi porti dove deve… e di tutti i film citati nelle ispirazioni, se non li aveste già visti, recuperate assolutamente Fandango e Ogni cosa è illuminata.