Caro diario,
oggi sto finendo di impaginare Flotsam.
![](https://narrattiva.it/wp-content/uploads/2019/10/Ibrido-png-722x1024.png)
Come al solito con un PbtA c’è il problema(one) che il manuale deve essere evocativo, ma non preciso. Cioè da un lato deve richiamare le tematiche, fare atmosfera, “gasare” i giocatori. Ma dall’altro non deve “tarpare le ali” ai giocatori, non deve dare un “colore” troppo definito.
Sarebbe stato “facile” (diciamo meglio: banale a livello di idea, ma tecnicamente tutta da inventare) fare il libro con gli angoli tagliati a la Battlestar Galactica. Ma avrebbe dato un’identità forte al manuale che avrebbe oscurato le altre (tipo Babylon 5 e The Expanse) esplicitamente citate nel gioco.
Flotsam è molto flessibile, si può adattare a tante fonti di ispirazione. Ed esplicitamente spinge a crearne di nuove ed originali . “Sposarne” una in particolare nella grafica non sarebbe stato giusto nei confronti del gioco. Però qualcosa la dovevo mettere. Quindi che fare? Più hi-tech alla Babylon? Più “militaresca” alla Galactica? Più “sporca” alla Expanse?
E così, come è successo per Urban Shadows (dove alla fine l’ombra è stato il trait d’union), anche per Flotsam ho cercato un elemento “neutro” che potesse accomunare tutto.
Quello più banale: lo spazio. Il manuale richiedeva appunto “spazio”. Lo so, caro diario, che sembra una supercazzola modello Comma 22; ma è la pura verità! Perché lo spazio (inteso con “vuoto siderale”) potesse essere percepito come – per l’appunto – “vuoto siderale” aveva bisogno di spazio (inteso come centimetri quadrati). Le stelle & pianeti condividevano lo stesso problema: bisognava metterli a confronto con qualcosa di piccolo perché se ne intuisse la scala. E perché questo sia possibile torna il problema dei centimetri quadrati.
Quindi stelle e pianeti erano off-limits come elementi di grafica.
Cosa ho fatto allora? Ho provato con la circuiteria. Non super hi-tech, ma leggermente retrò. Che fa fantascienza senza sapere di super-hi-mega-tecnologie. Dapprima in grigio poi “alleggerita” con i soli contorni. Si intonava a tutte le illustrazioni senza dare un “taglio” preciso E poi ho recuperato lo spazio (che è comunque una suggestione forte nel gioco) nelle intestazioni di capitolo.
PS: è vero che alla fine la chimica non mi ha dato modo di fare l’edizione deluxe che avevo progettato, ma è anche vero che l’idea è davvero buona. In laboratorio ci sono altri esperimenti che stanno asciugando: prima o poi indovinerò la formula e i materiali giusti.
State morendo dalla voglia di saperne di più?
Questa è la pagina del gioco!