Diario di Traduzione – Flotsam

Caro diario,

oggi sto finendo di impaginare Flotsam.

Bel tipetto, vero?

Come al solito con un PbtA c’è il problema(one) che il manuale deve essere evocativo, ma non preciso. Cioè da un lato deve richiamare le tematiche, fare atmosfera, “gasare” i giocatori. Ma dall’altro non deve “tarpare le ali” ai giocatori, non deve dare un “colore” troppo definito.

Sarebbe stato “facile” (diciamo meglio: banale a livello di idea, ma tecnicamente tutta da inventare) fare il libro con gli angoli tagliati a la Battlestar Galactica. Ma avrebbe dato un’identità forte al manuale che avrebbe oscurato le altre (tipo Babylon 5 e The Expanse) esplicitamente citate nel gioco.

Flotsam è molto flessibile, si può adattare a tante fonti di ispirazione. Ed esplicitamente spinge a crearne di nuove ed originali . “Sposarne” una in particolare nella grafica non sarebbe stato giusto nei confronti del gioco. Però qualcosa la dovevo mettere. Quindi che fare? Più hi-tech alla Babylon? Più “militaresca” alla Galactica? Più “sporca” alla Expanse?

E così, come è successo per Urban Shadows (dove alla fine l’ombra è stato il trait d’union), anche per Flotsam ho cercato un elemento “neutro” che potesse accomunare tutto.

Quello più banale: lo spazio. Il manuale  richiedeva appunto “spazio”. Lo so, caro diario, che sembra una supercazzola modello Comma 22; ma è la pura verità! Perché lo spazio (inteso con “vuoto siderale”) potesse essere percepito come – per l’appunto – “vuoto siderale” aveva bisogno di spazio (inteso come centimetri quadrati). Le stelle & pianeti condividevano lo stesso problema: bisognava metterli a confronto con qualcosa di piccolo perché se ne intuisse la scala. E perché questo sia possibile torna il problema dei centimetri quadrati.

Quindi stelle e pianeti erano off-limits come elementi di grafica.

Cosa ho fatto allora? Ho provato con la circuiteria. Non super hi-tech, ma leggermente retrò. Che fa fantascienza senza sapere di super-hi-mega-tecnologie. Dapprima in grigio poi “alleggerita” con i soli contorni. Si intonava a tutte le illustrazioni senza dare un “taglio” preciso E poi ho recuperato lo spazio (che è comunque una suggestione forte nel gioco) nelle intestazioni di capitolo.

PS: è vero che alla fine la chimica non mi ha dato modo di fare l’edizione deluxe che avevo progettato, ma è anche vero che l’idea è davvero buona. In laboratorio ci sono altri esperimenti che stanno asciugando: prima o poi indovinerò la formula e i materiali giusti. 

State morendo dalla voglia di saperne di più?
Questa è la pagina del gioco!

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