Una banda di ragazzini trova un piccolo, adorabile robot con un pericoloso segreto.

Una ragazza sente alla radio la misteriosa voce di un bambino che chiede aiuto e coinvolge il suo insegnante di scienze in un’avventura per trovarlo e aiutarlo.

I giocatori della squadra di calcio della scuola trovano un enorme uovo durante l’allenamento e lo nascondono sotto alle gradinate, dove inizia a schiudersi.

Tanto valeva intitolarlo Film di Spilberg, il GdR. 😉

A Casa per Cena, colpisce svariati miei punti deboli(ssimi). Non solo pesca a piene mani in un immaginario anni ’80 che mi è molto caro. Non solo è dichiaratamente ispirato a serie e film presi per direttissima dalla mia personale lista di “film mito”. Non solo letteralmente ricopia un modo di raccontare storie molto “alla Spilberg” (che adoro). Ma A Casa per Cena racconta una di quelle storie relativamente leggere, un poco fiabesche, piene di avventura e Sense of Wonder di cui, a dispetto di quello che si potrebbe evincere dal catalogo Narrattiva, sono avido lettore / spettatore. Chi, a questo punto, mi cita anche il ciclo di Jonny Maxwell di Pratchett, I Nuovi Mutanti della Nocenti o Moonrise Kingdom fa un centro perfetto.